Sei giovane, hai tante idee, una laurea in psicologia e sei impiegata in un’impresa di pulizie. Devi fronteggiare un momento critico, che fai? Ti inventi un alter ego per rimettere le cose in prospettiva e lo inserisci all’interno di un videogame. Semplice? Non proprio, soprattutto se di giorno hai un lavoro impegnativo e non hai esperienza di game design.
Freud’s Bones nasce da queste premesse e dalla caparbietà di Fortuna Imperatore, aka Axell Fox (ritratta qui mentre fa la mappatura del gioco), che partendo dalla solidità delle sue competenze di psicologa si è creata – da autodidatta – un’expertise tutta nuova da game developer.
Tornata a casa dal suo lavoro quotidiano, Fortuna si cala in un mondo alternativo, impara la modellazione 3D e genera un gioco in cui l’individuo si diverte calandosi nei panni di Freud, inserendo l’esperienza nel suo vissuto e utilizzandola come esempio per seguire (anche) un percorso di crescita personale.
“Parlando di psicologia e di gaming, la prima possibilità che mi viene in mente è la simulazione. Il gioco può simulare un primo approccio verso le condizioni esistenziali che impattano sull’animo umano, calando il giocatore i panni del medico, degli amici del paziente, o del paziente stesso”.