A Milano (e in Europa) la dislessia si scopre con un videogioco

Un hackaton con rappresentanti di cinque nazioni consentirà di realizzare un applied game con il quale arrivare a una diagnosi dei bambini in età prescolare con modalità non invasive e inclusive

Un hackaton con rappresentanti di cinque nazioni consentirà di realizzare un applied game con il quale arrivare a una diagnosi dei bambini in età prescolare con modalità non invasive e inclusive

È innegabile che negli ultimi anni le conoscenze generali relative alla dislessia abbiano fatto grandi passi avanti, e sempre più spesso difficoltà nella vita quotidiana che in passato erano spesso attribuite alla pigrizia dei bambini sono correttamente identificate come possibili sintomi di questo disturbo. Però perché questo avvenga è necessaria una grande sensibilità da parte dei genitori oppure che il bambino sia già in età scolare, quando è più semplice identificarla. Ma come arrivare a una diagnosi precoce, senza per questo far vivere inutili stress ai bambini? La risposta a questa domanda, secondo il SAE Institute di Milano, sta in un videogioco. E le modalità per realizzarlo sono quanto di più simile ci sia a un videogioco.

Avevamo iniziato a sviluppare internamente un progetto che ci consentisse di trovare una modalità efficace per ridurre l’ansia da prestazione nei soggetti dello screening, creando un contesto ludico e protetto per testare alcuni indicatori, ma ci siamo dovuti scontrare con le difficoltà connesse ai finanziamenti e alle tempistiche”, spiega Alessandra Micalizzi, docente e ricercatrice presso il SAE Institute Milano. “Grazie alla possibilità di accedere al bando CEI (Central European Initiative), però, abbiamo potuto tornare a riflettere sull’idea iniziale e aprire nuove strade coinvolgendo partner internazionali nella realizzazione #Playseriusly, un progetto in cui sviluppatrici e sviluppatori, game designer, game artist e psicologhe e psicologi potranno costruire le proprie squadre e partecipare a una sfida creativa con una finalità preziosissima”.

#Playseriously è un hackathon internazionale, che coinvolge oltre al SAE Institute di Milano altre cinque istituzioni formative in altrettanti Paesi del Sud Est Europa: Serbia, Romania, Ungheria, Bosnia e Erzegovina e Montenegro. L’hackathon si prefigge di coinvolgere studenti, ex studenti e professionisti junior del mondo game e di altre discipline umanistiche che si sfideranno per realizzare un cosiddetto “applied game”, un gioco con finalità educative, che dovrà diventare uno strumento non invasivo e soprattutto inclusivo per lo screening della dislessia nella fase prescolare (5-7 anni).

Considerata la finalità del gioco e soprattutto la missione di SAE Institute e le sue proposte accademiche, per noi il videogioco è qualcosa che va ben oltre l’intrattenimento”, ha aggiunto la professoressa Micalizzi. “Cerchiamo sempre con i nostri ragazzi di uscire dalla logica più strettamente commerciale di prodotto per guardare al videogioco come a una grande opportunità relazionale, un contesto che fa parte della cultura del nostro tempo, un’opera artistica che sfrutta i linguaggi della iper-modernità. E i progetti sempre più innovativi e sempre più contaminati con altri stakeholder, penso in modo particolare alle recenti applicazioni del gioco nell’arte, nell’apprendimento, nella formazione oppure come in questo caso nella cura, ci dimostrano che è esattamente questa la direzione da seguire e il modo in cui guardare al videogame”.

Oltre al SAE Institute Milano sono stati coinvolti in modo diretto nel progetto SAE Institute Belgrade (Serbia), Babes-Bolyai University (Romania), University of Banjia Luka (Bosnia and Herzegovina), University of Crne Gore (Montenegro) e University of Szeged (Ungheria). A queste realtà, che hanno seguito lo sviluppo del progetto sin dalle prime battute, si sono poi affiancati due partner esterni: Play-Ability, la prima associazione italiana che si occupa di fare ricerca e progetti di sviluppo in ambito psico-sociale attraverso il videogame e il gioco più in generale, e Hogrefe, una casa editrice italiana e internazionale che pubblica test dedicati proprio allo screening e alla diagnosi in ambito DSA. Anche AIRIPA, l’associazione italiana di rappresentanza degli psicologi che si occupano di dislessia, è stata coinvolta con il patrocinio dell’evento, parte del calendario della Milano Digital Week.

Per noi #Playseriously è la prima esperienza sotto tanti punti di vista, che si tratti del confronto con un bando internazionale o della gestione di un evento di questa portata. Tuttavia, abbiamo sempre cercato nelle nostre esperienze di mantenere un respiro internazionale anche grazie alla presenza di campus SAE in tutta Europa e di legare le esperienze accademiche all’industria e a progetti pratici che potessero favorire l’inserimento all’interno di essa”, conclude la docente del SAE Institute. “Ci piacerebbe arrivare davvero a vedere questo progetto, che vogliamo sia un’esperienza quanto più partecipata possibile, crescere e svilupparsi e non limitarsi a una fase embrionale. Perché questo accada occorre che ci sia un’ampia partecipazione e che anche l’industria si interessi al progetto per un finanziamento e uno sviluppo”.

Per maggiori informazioni sull’iniziativa, visita il sito.