Da un’esperienza negli USA in un parco di divertimento, passando per una laurea in Lingue, fino a esperienze in multinazionali dell’intrattenimento, nasce la “signora Super Mario”. Francesca condivide con noi la sua esperienza e visione sul settore dei videogiochi in Italia e nel mondo, oltre all’importanza dei personaggi “in rosa” di alcuni dei titoli più iconici di Nintendo. Buona lettura.
Ci puoi raccontare qual è il percorso che ti ha condotta a lavorare nel settore dei videogiochi?
Il mondo dell’entertainment è da sempre parte costante del mio percorso professionale. Non potevo quindi lasciarmi sfuggire la sua declinazione più innovativa, creativa e interattiva: quella dei videogiochi. Ma se dopo la laurea mi avessero detto che un giorno sarei diventata la “signora Super Mario”, beh.. forse mi sarei messa a ridere perché non nasco sicuramente gamer, ma dei gamer ho imparato a conoscere e apprezzare tanti aspetti, il primis la passione. È proprio la passione che anima chiunque ruoti intorno al mondo videoludico, sia come semplice fruitore che come parte dell’industria. Ed eccomi qui, ormai da quattrodici anni immersa in questo meraviglioso generatore di intrattenimento videoludico che non smette di stupirmi ed emozionarmi.
Il mio percorso? Durante gli anni universitari ho affiancato allo studio un anno di lavoro ad Epcot, uno dei parchi di divertimento Disney a Orlando, in Florida. Credo che tutto sia partito in qualche modo da questo periodo entusiasmante passato negli Stati Uniti che aveva inizialmente l'obiettivo di perfezionare l'inglese e che alla fine si è rivelato molto di più: una vera e propria esperienza di vita che mi ha permesso un primo ma significativo approccio con un ambiente di lavoro stimolante e internazionale. Dopo la laurea in Lingue, con indirizzo in Scienze dell’Informazione e delle Comunicazioni sociali all’Università Cattolica di Milano, proprio grazie all’anno passato a Orlando, ho iniziato a lavorare nell’ufficio stampa Disney, dove, oltre a iniziare a capire come ci si muove in una multinazionale, è stata importante anche la relazione con le redazioni di Topolino e degli altri magazine del gruppo. Da qui il passaggio all'ufficio stampa di Warner Bros. Per la mia crescita professionale una chance da non lasciarsi scappare, allargando sempre di più la mia esperienza tra i big dell’intrattenimento. E nel 2006 sono finalmente entrata a far parte della famiglia Nintendo, come PR Manager, giusto in tempo per lanciare Wii, una console che ha cambiato davvero il modo di intendere i videogiochi.
Pensi che il fatto di essere in Italia abbia influito in qualche modo sul tuo lavoro?
Il mondo videoludico viene da sempre e prevalentemente associato al Giappone e a quelle nazioni considerate più sviluppate a livello tecnologico. Sono però estremamente convinta che ogni paese giochi un ruolo importante e offra il suo peculiare contributo allo sviluppo del mercato. E chi lavora in Italia non ha nulla da invidiare agli altri: abbiamo dalla nostra la passionalità, l’amore per il bello, il gusto, l’estetica. Siamo capaci di creare opere meravigliose riconosciute universalmente. Basti pensare a cosa hanno realizzato i ragazzi di Ubisoft Milano con Mario + Rabbids Kingdom Battle. Non so dire se lavorare in Italia abbia in qualche modo penalizzato il mio lavoro, ma so per certo che essere in Italia aiuta a renderlo unico e speciale!
Nintendo è un’azienda con oltre 130 anni di storia, caratterizzati in un primo momento dalle carte da gioco e negli ultimi decenni dai videogiochi. Quale pensi sia la chiave di un successo tanto duraturo e oggi più consolidato che mai?
Nintendo, partendo nel 1889 con la produzione delle carte da gioco “hanafuda” e passando attraverso svariati altri business, approda negli anni ’60 al mondo del giocattolo, e successivamente al mercato dei videogiochi. Il mondo dell’intrattenimento (analogico prima e digitale poi) è il fil rouge dell’attività di questa storica azienda che dimostra nel corso degli anni una capacità di reinventare sé stessa fuori dal comune, rimanendo fedele ai suoi principi e alle sue tradizioni. Oltre 130 anni di storia ci insegnano come dietro ogni successo si celi una grande forza di volontà, la perseveranza nel provare nuove strade, imparando dai fallimenti per migliorarsi ogni volta. Una parola però racchiude, meglio di qualunque altra, la formula del successo di questo brand: “dokusou”, termine giapponese che descrive la costante aspirazione alla creazione di qualcosa di unico e originale. A questo siamo chiamati a ispirarci in ogni cosa che facciamo, senza competere sulle prestazioni con altre console ma, anzi, generando trend, stimolando bisogni, "intuendo" e aprendo i mercati. E questo viene fatto con una grande dedizione al lavoro e un’attenzione fortissima al processo e alla qualità. Pensiamo per esempio a Nintendo Switch, la console più versatile sul mercato, e a come sia in grado di adattarsi alla vita quotidiana del consumatore funzionando sia come console domestica tradizionale che come portatile. Nintendo ha creato qualcosa che non esisteva: un sistema di intrattenimento che andasse bene per qualsiasi momento della giornata, un dispositivo nato essenzialmente per accompagnarci e farci giocare quando ne sentiamo il bisogno. Innovazione sempre, senza però mai perdere di vista il concetto che un gioco deve soprattutto divertire.
Sono tanti i personaggi femminili nei titoli di Nintendo che nel corso degli anni abbiamo conosciuto: la coraggiosa Samus Aran, la famosissima Principessa Peach e l’iconica Zelda, giusto per citarne alcuni. Ci puoi raccontare l’evoluzione di queste figure iconiche nel corso degli anni e il ruolo nell’economia dei titoli Nintendo?
Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna. Cosa sarebbero, infatti, Super Mario e Link senza le loro principesse costantemente da salvare? In pericolo, certo, ma indubbiamente questi due personaggi femminili rappresentano il motore dell’azione che spinge Mario, da una parte, e Link, dall’altra, ad agire. Sono loro che motivano tutto lo svolgimento del gioco. Peach è apparsa per la prima volta in Super Mario Bros. dove avvenne il primo di una lunga serie di rapimenti perpetrati da Bowser, l'antagonista principale della serie. Credo si tenda a sottovalutare il personaggio di Peach perché non è solo la damigella in pericolo innamorata di Super Mario: abbiamo apprezzato in lei qualità atletiche non indifferenti, grande forza, intelligenza…e alla guida di un kart è davvero affascinante con la sua chioma bionda svolazzante. Lo stesso vale anche per la Principessa Zelda che, nel corso della serie, ha subito grandi evoluzioni: da semplice fanciulla inerme a vero e proprio sostegno per l’eroe. Come non citare poi Samus Aran di Metroid? Samus è una cacciatrice di taglie fighissima (si può dire?) che indossa un esoscheletro super tecnologico e usa armi potentissime per combattere contro pirati e alieni mutanti. Chi di noi, donne videoludiche, non ha mai desiderato trasformarsi in Samus per prendersi qualche rivincita? Tra l’altro anche l’attrice Brie Larson ha dichiarato che le piacerebbe molto interpretare la bionda bounty hunter in un film sulla serie!
Parlando proprio di Zelda: domani arriverà nei negozi “Hyrule Warriors: L'era della calamità”, storia che racconta gli avvenimenti precedenti a The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Puoi darci qualche anticipazione su questo nuovo capitolo legato alle avventure di Link e Zelda?
“Hyrule Warriors: L'era della calamità” si svolge un secolo prima degli eventi di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, titolo molto acclamato da critica e pubblico. Di Breath of the Wild riprende lo stile grafico e gli incantevoli paesaggi ma aggiunge un gameplay all'insegna dell'azione frenetica. Siamo davanti a un titolo che offre un forte respiro narrativo unito a serratissime sequenze action uno-contro-cento tipiche del genere musou che riprenderanno anche alcune meccaniche del titolo originale, adattandole al contesto. Tutto ciò dà vita a una nuova e appassionante esperienza. Tutti coloro che come me hanno amato Breath of the Wild non potranno non apprezzare anche questo gioco.
Nintendo ha sempre stupito i giocatori nel corso degli anni con vere e proprie rivoluzioni videoludiche e soluzioni di gioco a dir poco originali. Cosa si possono aspettare da voi i giocatori nel prossimo futuro?
Di una cosa sono certa: Nintendo continuerà a creare intrattenimento per portare sorrisi sui volti delle persone, fornendo prodotti e servizi creativi, innovativi, ma soprattutto divertenti. Devo dire che in quattordici anni di sorprese ne ho viste tante. Dalla rivoluzione di Wii, che per la prima volta ha spostato una console dalle camere dei ragazzi al salotto di casa per far giocare tutta la famiglia, ma anche Brain Training, con il suo allenamento per la mente, e Wii Fit o Ring Fit Adventure, con quello per il corpo. Per non parlare dell’utilizzo del 3D in una console portatile, ma anche dell’originalità di Nintendo Labo. Nintendo non ha mai smesso di stupire e sicuramente lo farà ancora, avendo nel suo DNA la capacità di affascinare, emozionare, divertire e unire "vecchie" e nuove generazioni.