Sara Stefanizzi, in arte “Kurolily”, è una Variety Streamer che incontra la sua community su Twitch dal 2013. Giurata degli Italian Esports Awards, è appassionata di ogni genere di videogioco, ma soprattutto di MMORPG, e oggi racconta per Game 2 Women la sua esperienza.
Ci puoi raccontare com’è nata la tua passione per i videogiochi e qual è il percorso che ti ha condotta a lavorare in questo settore?
La mia passione per i videogiochi è nata molto presto, avevo solo quattro anni quando ho giocato per la prima volta ad un videogioco, era "Prince of Persia" su DOS e tormentavo mia madre per portarmi a casa di mio cugino per giocare con il suo computer. A circa sette anni come regalo di compleanno è arrivata la mia prima console, il Game Boy (che ancora funziona e conservo gelosamente) e da lì è iniziato il mio percorso come videogiocatrice appassionata. Non perdevo occasione per chiedere un nuovo titolo in regalo per le festività o per scambiare le cassettine con gli amici. A nove anni entro in possesso del mio primo pc e grazie ad esso inizia il mio viaggio tra le avventure grafiche e i gestionali/strategici del tempo. La mia passione cresce, fino ad arrivare all'acquisto delle riviste di settore come "Giochi per il mio computer" nella quale trovavo sempre rubriche interessanti e novità sugli ultimi titoli. Inoltre, mi ero appassionata alla rubrica di una ragazza di nome "Nemesis", che dava consigli ai videogiocatori e rispondeva alle loro lettere in modo impeccabile. Quel personaggio mi ha ispirato, ripetevo a mia madre "da grande voglio essere come Nemesis", senza sapere che si trattava in realtà di un personaggio di fantasia, creato per attirare i videogiocatori alla rivista. Reale o meno, è stato di forte ispirazione per me, tanto che nel 2006 apro il mio primo canale Youtube dove carico gameplay tratti dalle mie giocate sugli mmorpg e nel 2013 il canale Twitch dove inizio le mie giocate in diretta streaming. Per tanti anni è stato solo un hobby, finché nel 2017 decido di lasciare il mio lavoro part-time in un negozio di videogiochi per dedicarmi full time alla carriera di contente creator videoludica.
Sei una delle streamer più seguite in Italia. Che cosa significa portare avanti quella che ormai è a tutti gli effetti una nuova professione digitale?
Purtroppo non è sempre facile, spesso molte aziende con cui collaboriamo non si rendono conto della mole di lavoro che c'è dietro la nostra professione, spesso sottovalutando il processo creativo che ci porta alla creazione di un contenuto. Le scadenze per la consegna dei lavori sono sempre troppo vicine e spesso mi viene richiesto di creare contenuti la mattina per la sera dello stesso giorno. Molti pensano che sia tutto un gioco dato che il campo è quello dell'intrattenimento videoludico, senza rendersi conto che c'è un'incredibile differenza tra il giocare rilassati per proprio conto e utilizzare il media come mezzo di intrattenimento. In ogni caso amo il mio lavoro e so di riuscire a gestire un'agenda estremamente fitta di impegni, solo perché dietro c'è una fortissima passione. Passione che spero di trasmettere al mio pubblico ad ogni nuova uscita.
Pensi che il fatto di essere in Italia abbia influito o stia influendo in qualche modo sul tuo lavoro?
Assolutamente sì, i primi quattro anni del mio canale streaming sono stati fondamentali per capirlo dato che facevo streaming in inglese. Al tempo il pubblico italiano seguiva solo il gaming competitivo ed era difficile crearsi in un pubblico in una nicchia piccola come quella dell'Italia con il variety gaming. La decisione di passare alla lingua italiana alcuni anni fa, mi ha permesso di crearmi un pubblico che ancora non esisteva, di raccogliere giocatori appassionati a generi videoludici diversi dai soliti che venivano giocati in live su Twitch e di creare una carriera basata su quella nicchia. Ad oggi posso dire che passare alla mia lingua madre è stata un'ottima decisione, dato che lavoro con moltissime aziende sul suolo italiano.
Da qualche mese presenti una nuova rubrica di Forbes dedicata al settore degli esports e in precedenza eri stata co-conduttrice di House of Esports su DMAX. Che cosa rappresenta per te il mondo dei videogiochi competitivi?
Il gaming competitivo in Italia è ancora molto acerbo, ma si sta piano piano facendo strada in quello che è un mercato già molto avviato in altri paesi. Ho preso parte in passato a diversi tornei come giocatrice e conosciuto molti ragazzi che ne hanno fatto una professione. È un percorso molto duro, specialmente per le ragazze che iniziano ad affacciarsi a questo mondo e ho sempre cercato di apprendere il più possibile a riguardo, dato che un mio sogno nel cassetto è quello di diventare manager di una squadra competitiva, conoscendo questo mondo dal suo interno. Posso dire che quella che sto facendo ora sia tutta gavetta!
Che aspettative hai sul futuro del settore degli esports in Italia?
Sono convinta che sia un settore destinato a crescere, serve solo la lungimiranza di capire che, come è accaduto in altri paesi, il gaming competitivo diventerà una risorsa importante per il suolo italiano, in grado di offrire nuove opportunità di crescita professionale a molti ragazzi appassionati e persistenti. Spesso si tende a sminuire i risultati ottenuti in questo campo, costringendo i nostri giocatori più promettenti a giocare in squadre di altre nazioni. Spero vivamente che in futuro ciò non dovrà più accadere e che i giovani pro-player possano trovare il loro spazio e la loro realizzazione anche senza espatriare.