Sara Vitale

Sara Vitale, Development Manager di PG Esports, è Game to Women

Sara Vitale, Development Manager di PG Esports, è Game to Women

La storia di Sara dimostra che è possibile realizzare i propri sogni: “quando non possiamo cambiare quello che ci circonda significa che è arrivato il momento di cambiare noi stessi”. Lascia gli studi in Medicina e Chirurgia per entrare in Informatica e oggi guida i team che, all’interno di PG Esports, realizzano alcune delle manifestazioni esports più importanti del Paese.

Ciao Sara, i nostri lettori vogliono sapere tutto di PG Esports: di cosa vi occupate?

Ciao a tutti, per chi non fosse pratico vorrei soffermarmi dapprima sul significato del termine esports, in modo che risulti più immediato capire di cosa ci occupiamo.

È molto semplice: con “esports” indichiamo il giocare ai videogiochi a livello competitivo con squadre o giocatori singoli che si sfidano all’interno di leghe o tornei.

PG esports, società che fa parte del Gruppo Fandango Club, contribuisce in prima linea alla crescita e promozione dell’ecosistema esports in Italia con la costruzione di prodotti quali tornei e campionati, broadcast dei migliori eventi esports nazionali e internazionali, eventi e attivazioni dal vivo.

La nostra missione è utilizzare il mondo del gaming e degli esports come piattaforma attraverso cui creare connessioni di valore tra brand e pubblico allargato.

Ad oggi il mercato esports è reso sostenibile soprattutto grazie alle sponsorizzazioni di brand che vogliono affiancare alla comunicazione tradizionale nuovi e particolarmente efficaci canali di dialogo con i giovani; ma allo stesso tempo questo pubblico tiene molto a difendere l’autenticità di ciò che ama, per cui i nostri sforzi sono costantemente rivolti a trovare soluzioni che assicurino una condizione di win-win.

Siamo inoltre un’azienda molto all’avanguardia, dalla struttura orizzontale che ci tiene tantissimo ad offrire ai suoi collaboratori e ai prossimi che vorranno unirsi un ambiente dove sentirsi a proprio agio, con ampia libertà d’azione e una vasta offerta formativa.

Qual è il tuo ruolo in PG Esports?

In PG esports ricopro il ruolo di Development Manager, mi occupo quindi di guidare i team che sviluppano e gestiscono l’insieme delle attività di cui ci occupiamo.

In che modo? Indirizzando i team verso specifici framework di lavoro e best practice della metodologia Agile volti a rendere più efficienti e sostenibili i processi di sviluppo e più affidabili e straordinarie le esperienze per la nostra community e i brand con cui lavoriamo ogni giorno.

Mi assicuro che da ogni esperienza il team tragga degli insegnamenti volti al miglioramento continuo per garantire delivery affidabili e di successo, incoraggiando riunioni di team per condividere conoscenze e rivedere i risultati

Aiuto a definire, promuovere e difendere la cultura di PG, avendo a cuore la salute dei team, e applico strategie di diversity & inclusion per creare un ambiente dove sentirsi sempre a proprio agio.

Lavoro instancabilmente per garantire che l’intero team si senta valorizzato e realizzato, accelerandone la crescita professionale, lo percepisco come una missione personale per aiutare gli altri a utilizzare il loro potenziale e ad avere successo. Di conseguenza, li incoraggio e stimolo costantemente e cerco modi per facilitare il loro processo di apprendimento, dallo sfidare i loro pensieri in una discussione, alla creazione di ambienti che facilitino il processo di apprendimento.

Faccio parte, inoltre, del team di leadership di PG, fornendo una prospettiva strategica a tutto ciò che facciamo.

Trovo davvero molto gratificante il mio lavoro in PG perché questa mia carriera mi offre molte opportunità di apportare cambiamenti positivi e di esercitare la mia creatività e il mio amore per l’apprendimento, creando ponti e combinando discipline apparentemente disparate, alla ricerca di nuove soluzioni e schemi organizzativi che valorizzino risorse e output.

Come sei entrata in questo settore? Che studi ed esperienze hai fatto?

Sono nel settore del gaming da circa 7 anni grazie soprattutto alla mia passione e alla capacità di reinventarmi che mi hanno sempre contraddistinto.

Niente mi stimola di più che creare soluzioni che cambiano la vita delle persone e credo che l’esports abbia segnato significativamente e in positivo la vita di tanti e che ci sia ancora margine di miglioramento.

Inoltre ho sempre cercato un percorso lavorativo che fosse in linea coi miei valori, motivo per cui al quarto anno ho lasciato i miei studi di Medicina e Chirurgia, capito che quell’ambiente non mi rispecchiava.

Ho studiato quindi Informatica alla Federico II di Napoli che univa la mia passione per la matematica e i computer che avevo un po’ messo da parte. Grazie a questa scelta ho conosciuto alcune delle persone più importanti della mia vita con cui mi sono divertita ad approfondire il mondo del gaming, uscendo fuori dalla dimensione del singolo con World of Warcraft, Starcraft, League of Legends e i board game – gli strategici e i gestionali sono la mia passione.

La parola chiave è sempre stata condivisione, il bisogno primordiale più grande di noi gamer e che accese la scintilla per un’idea che avrebbe segnato il mio ingresso nel settore esports: unire i giocatori universitari che condividevano la passione per League nel primo network italiano, University Esports Series, con competizioni grassroots, raduni e lan dal vivo che sarebbero poi arrivati fino in Europa.

Fui quindi notata da un’azienda napoletana che da distributore di giochi e giocattoli si era altamente specializzata nel settore del gioco organizzato di Magic the Gathering, un card game che ha gettato le vere e proprie fondamenta dell’esports, e organizzava le attività gaming del Napoli Comicon, il salone internazionale dedicato al mondo dell'intrattenimento.

Qui ho fatto le mie prime esperienze lavorative nell’organizzazione di grandi eventi dal vivo: dai Grand Prix di Magic che coinvolgevano migliaia di giocatori, grossi montepremi e artisti internazionali, ai primi campionati nazionali di League of Legends, coi primi streaming e le finali che si svolgevano alle fiere più importanti del settore col supporto di Riot Games e dei Rioters. 

In PG sono arrivata nel luglio del 2017 prima dell’operazione di rebranding, si stava lavorando alla prima PG Arena in Milan Games Week. Qui ho trovato il mio ambiente ideale, un posto che mi offriva tanta libertà d’azione per poter crescere come individuo e fare la differenza, che mi ha permesso di cimentarmi a fare davvero un po’ di tutto prima di trovare la strada che unisse insieme le mie qualità ed esigenze coi bisogni dell’azienda.

Dopo due anni, ho avuto anche la possibilità di specializzarmi in quello che più mi piaceva con un corso sulle metodologie Agile per la gestione di progetti e prodotti, per cui ho ottenuto la certificazione di Scrum Master.

Come valuti il settore esports in Italia? E come pensi evolverà nei prossimi 5 anni?

Lo valuto sicuramente più consapevole e soprattutto pieno di fermento positivo: molte realtà hanno preso maggiore coscienza del proprio business e ruolo all’interno dell’ecosistema e si stanno concentrando su come fare meglio quello che gli riesce di più senza sprecare energie in altro, nuove community sono sbocciate e si stanno facendo notare e nuovi investitori stanno entrando nelle maggiori competizioni, nazionali e internazionali, con team di risonanza, mentre continua la corsa dei brand non endemici a sponsorizzare i contenuti più in voga. Anche la comunicazione tra le parti è migliorata e c’è più allineamento sugli obiettivi comuni.

Aggiungo che, a seguito delle restrizioni legate al Covid-19, in Italia abbiamo assistito, e non era per nulla scontato, a una crescita dell’interesse nel settore da parte di tutti in un momento di grande difficoltà: gli spettatori sono aumentati e con loro il numero di ore di contenuto visualizzato, molti brand che sponsorizzavano contenuti sportivi in assenza di questi hanno scoperto l’esports e tutte le opportunità che offriva, le stesse emittenti tv hanno portato contenuti esports sulle loro piattaforme, come il nostro PG Nationals di League of Legends che è approdato su Sky on Demand o le 24 ore di Le Mans virtuali che insieme all’ingresso di Ferrari nel settore, con la Ferrari Hublot Esports Series, hanno fatto da ulteriore cassa di risonanza portando il sim racing alla ribalta.

Se si continua su questa strada vedo un futuro davvero interessante. Nei prossimi anni potremmo vedere l’attuazione di alcune strategie di consolidamento, come l’introduzione per le competizioni di modelli ibridi a metà tra sistemi aperti e franchigie e accordi pluriennali su licenze, diritti media e sponsorizzazioni che permetterebbero una stabilità economica più di lungo termine.

Tra 5 anni immagino anche che le istituzioni italiane siano arrivate a conoscere meglio il nostro mondo e a impegnarsi senza pregiudizi per tutelare tutte quelle nuove professioni che si sono create da zero e che continuano a proliferare.

L’esports è fondamentalmente esperimento, ogni giorno ci si adatta a nuove tendenze e si cambia in corsa velocemente per rispondere a stimoli, per cui non c’è una formula certa da seguire ma sicuramente c’è tanto da tenere le orecchie aperte. Come nello sport, anche questo ecosistema si nutre di fan e spettatori, basta tenerlo sempre ben a mente.

Cosa “bolle in pentola” in PG Esports?

Stiamo programmando un interessante 2021, ma soprattutto ci stiamo preparando alla Milan Games Week, che quest’anno sarà tutta in digitale, con 3 giorni dedicati all'esports, in pieno stile PGE, dove porteremo ai nostri spettatori uno spettacolo variegato e che possa essere interessante per tutti gli appassionati di videogiochi.

Continueremo la nostra transizione verso l'offrire un prodotto legato all'esports, ma che sia anche intrattenimento digitale e un luogo di incontro virtuale per le nostre community.

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Puoi raccontarci qualche collaborazione di successo con brand?

La prima che mi viene in mente è sicuramente la VALORANT Radiant Cup powered by Vodafone che ha deciso di affidarsi a PG esports per intraprendere un importante percorso che stiamo costruendo insieme intorno al nuovo titolo di Riot Games e valorizzare i suoi sforzi, per i quali si conferma un punto di riferimento nel panorama italiano del gaming.
Per PG chiudere un accordo con una delle più importanti telco d’Europa è stato un passo importantissimo. Di recente abbiamo festeggiato la vittoria di un argento che ha portato a casa la nostra attività Gillette Bomber Cup, ricevuto alla cerimonia di premiazione dell’edizione 2020 degli Effie Awards Italy, il premio internazionale, presente in oltre 50 paesi, che valorizza l’efficacia delle campagne di comunicazione, le idee che funzionano. Ideato su Fortnite, è uno dei nostri prodotti di punta che nella sua ultima attività ha totalizzato più di un milione di visualizzazioni e che è oggi ai motori di partenza per la sua quarta edizione.

Esports in “rosa”: la community femminile, di professionisti e appassionati, è in crescita? 

Le donne sono grandi consumatrici di prodotti esports in streaming, seguono tantissimo i contenuti e costituiscono in Italia il 49% della fan base. Numeri incoraggianti che dimostrano un crescente interesse a voler far parte di questo ecosistema in modo significativo. 

Abbiamo giocatrici professioniste, coach, streamer, ma ad esempio manca ancora nel nostro paese una caster o host. Ogni volta che organizziamo un bootcamp alla ricerca di nuovi talenti per le nostre trasmissioni speriamo sempre che qualcuna si faccia avanti e in due anni è successo, ahimè, una sola volta. Probabilmente dobbiamo essere più diretti nella ricerca.

D’altra parte, in PG quest'anno si sono aggiunte 4 giovani talentuose donne che hanno trovato un ambiente dove sentirsi a proprio agio e poter esprimere al meglio le proprie idee e capacità; per noi è importante arricchire il team di diversi punti di vista da valorizzare.

C'è ancora tanto da lavorare a livello globale per rendere questa realtà più inclusiva e fare in modo che certi atteggiamenti sbagliati e mancanze di rispetto siano ricordi del passato, ma sto notando con grande piacere che se ne parla molto di più, che c'è la volontà di affrontare i temi della disparità e di uscire fuori dall’omertà, non nascondendo più le verità scomode sotto al tappeto; un cambio di mentalità importante tra le nuovissime generazioni specie nel nostro paese in cui il sessismo si esprime e viaggia su ancora troppi canali.

Dalla politica all'educazione, dal linguaggio al mondo del lavoro, dalle famiglie alla cultura, dalla salute alla musica, assistiamo a un progresso ancora troppo lento e poco incentivato che posizionano l'Italia al 70° posto per le pari opportunità, come emerso nel recente "Global Gender Gap Report".

Che consigli puoi dare a chi desidera una carriera professionale nel tuo settore? 

Gli dico di non lasciarsi disturbare dal non sapere cosa gli porterà il futuro e di avere un atteggiamento positivo e costruttivo. Da qualche parte nel profondo bisogna trovare quella fiducia interiore e auto-motivazione che consentono di assumere dei rischi, rendono in grado di affrontare nuove sfide, di seguire le proprie passioni in libertà, di mettersi in gioco e, cosa più importante, resistere alle difficoltà, come quella che stiamo vivendo in questo particolare momento storico.

Aggiungo che qualsiasi esperienza è utile per questo settore, basta solo avere tanta umiltà e voglia di imparare e se le cose non vanno nel verso che vorremmo, non scoraggiatevi! Tenete a mente che quando non possiamo cambiare quello che ci circonda significa che è arrivato il momento di cambiare noi stessi, che è l’unica cosa su cui possiamo avere davvero controllo.