Cultura in evoluzione
Il videogioco ha la capacità di coinvolgere l’utente attraverso un’esperienza completa che rappresenta l’evoluzione di quanto le opere culturali storicamente hanno offerto al pubblico nel corso dei secoli. Il videogioco, infatti, non solo è un rappresentante della cultura contemporanea, ma ne è un rappresentante illustre. Luogo intellettuale ed emotivo di sperimentazione, di creazione di nuovi linguaggi, di interazione sociale e di esplorazione del mondo, il mezzo ha dimostrato in pochi decenni di vita di avere tutte le carte in regola per assumere un ruolo centrale nella cultura contemporanea e futura, nel punto ideale di congiunzione tra arte, tecnologia, comunicazione di massa e intrattenimento.
Nell’ultimo saggio di Alessandro Baricco dedicato alla Silicon Valley e al suo impatto sulla società attraverso la rivoluzione digitale, trovano spazio le parole di Stewart Brand, autentico guru e ispiratore di quella comunità di ingegneri e visionari: “Puoi cercare di cambiare la testa alla gente, ma perderai solo il tuo tempo. Quello che puoi fare è cambiare gli strumenti che usa. Fallo e cambierai la civiltà.” Lo strumento che Brand, e dopo di lui Jobs, identifica come primo vettore di quel cambiamento è il videogioco. Spacewar e Pong sono due esempi di creazioni che hanno avuto il merito di mostrare chiaramente la direzione verso cui la società era proiettata, già sul finire degli anni ‘70. E non a caso Baricco ha deciso di intitolare il suo saggio “I Barbari 2: The Game”.
Cinema e TV
Il rapporto tra i videogiochi e le altre industrie culturali si è intensificato negli anni, al punto da rendere i primi una vera e propria fonte di ispirazione per i secondi.
Nel caso del cinema – tra live action e film di animazione – è possibile citare grandi successi come Tomb Raider, Resident Evil, Max Payne, Warcraft, Sonic o Angry Birds. L’elevato numero di trasposizioni da videogame a pellicola ha reso di fatto il cinema una delle industrie culturali maggiormente influenzate dal mondo dei videogiochi. Ciò è stato possibile grazie alla sempre più alta qualità delle produzioni videoludiche, caratterizzate da sceneggiature, setting e personaggi versatili e adatti allo storytelling immersivo.
Allo stesso tempo, anche nel settore delle produzioni televisive si sta registrando un crescente interesse verso il mondo dei videogiochi: la prima grande produzione internazionale è stata The Witcher, mentre nuovi adattamenti in formato seriale sono all’orizzonte.
Musica
Tra le colonne sonore dei videogiochi è possibile trovare sempre più nomi illustri del mondo della musica. Basti pensare a David Bowie, uno dei primi artisti di livello internazionale a partecipare alla creazione di una colonna sonora per videogame (Omikron: The Nomad Soul, 1999). Dopo di lui, nomi come Angelo Badalamenti (Fahrenheit: Indigo Prophecy), Stewart Copeland (Spyro), Trent Raznor (Quake) o Harry Gregson-Williams (Metal Gear), si sono aggiunti a un elenco che è ancora tutto da scrivere.
Ma le colonne sonore dei videogiochi non sono solo uno spazio di sperimentazione per artisti affermati provenienti dalle industrie musicali o cinematografiche. Sempre più spesso è possibile imbattersi in concerti sinfonici, tenuti nei più grandi teatri cittadini e dedicati alle più suggestive colonne sonore del mondo videoludico, composte da maestri come Nobuo Uematsu (Final Fantasy) o Kinuyo Yamashita (Castlevania).
Patrimonio culturale
Il videogioco funziona sempre più come vettore di contenuti culturali indirizzati a un pubblico sempre più difficile da raggiungere mediante gli strumenti tradizionali. Basti pensare alle fedeli riproduzioni architettoniche della serie Assassin’s Creed (recentemente arricchita da una modalità Discovery Tour pensata proprio per consentire la fruizione del patrimonio artistico-culturale virtuale senza vincoli di gioco), o alle grandi ricostruzioni storiche della serie Civilization.
Ma il videogioco può assumere i connotati dell’opera artistica, come dimostrato dalle postazioni presenti nel MoMA di New York, o della mostra “Videogames: Design/Play/Disrupt” allestita presso il Victoria & Albert Museum di Londra. Luoghi di arte e cultura che al videogioco hanno dedicato installazioni, percorsi espositivi e museali, con la possibilità per il pubblico di scoprire la profondità dello sforzo creativo che risiede all’interno di esso.